giovedì 30 marzo 2017

COMUNICAZIONE E LINGUAGGIO


Cos'è la comunicazione e perché la utilizziamo
La comunicazione è uno scambio di messaggi. Tutti gli esseri viventi comunicano con mezzi diversi: voce, gesti, postura del corpo, movimenti, ecc...
Comunicare è un attività fondamentale che ci garantisce l'adattamento all'ambiente, per segnalare un pericolo, indicare la presenza di cibo e così via.
Nella specie umana la comunicazione è particolarmente complessa.
Per gli esseri umani comunicare è un esigenza quotidiana che richiede competenze che ciascuno di noi sviluppa nel corso della vita.

La struttura della comunicazione

A tutti i segni della comunicazione  (parlare, scrivere, leggere... vengono attribuiti dei significati che possono essere condivisi da determinati gruppi.
Per comprendere gli elementi coinvolti nella comunicazione adottiamo il modello di Roman Jackobson.
Secondo lui un mittente (colui che invia le informazioni) trasmette un messaggio ad un destinatario/ricevente, utilizzando un codice (insieme di segni, una lingua...) Il mittente codifica il messaggio e il ricevente lo decodifica ovvero lo interpreta in base del medesimo codice. Il mittente e il destinatario sfruttano un canale. Il messaggio riguarda sempre un determinato oggetto.





Il linguaggio verbale

Il linguaggio verbale è una peculiarità della specie umana.
Il linguaggio umano è appreso ed è in continua evoluzione: nel corso degli anni varia il linguaggio di ciascuno di noi.
Esso può riferirsi ad oggetti astratti e assenti a differenza del linguaggio animale: un cane abbaia in presenza di un pericolo, ma gli uomini possono parlare anche di un pericolo futuro o passato. Tutto questo è reso possibile dalla capacità di astrazione in base alla quale gli uomini fanno uso di simboli e concetti.  

Le parole sono combinazioni di più suoni.
fonemi sono le singole vocali e singole consonanti. I raggruppamenti di fonemi (da due a sei) costituiscono i morfemi che sono distinti in radici, prefissi e suffissi.
Le parole sono raggruppamenti di fonemi e le frasi, a loro volta, riuniscono più parole in unità superiori dotate di significato. Una molteplicità di frasi costituisce un discorso.
La sequenza sonora delle parole rappresenta la struttura superficiale, il significato invece la struttura profonda.  

venerdì 24 marzo 2017

JEAN PIAGET

Jean Piaget nacque il 9 agosto 1896. Studiò le strutture dei processi cognitivi legati alla costruzione della conoscenza nel corso dello sviluppo, e si dedicò anche alla psicologia dello sviluppo.

GLI STADI EVOLUTIVI DEL BAMBINO:
Egli ha dimostrato che la differenza tra il pensiero del bambino e quello dell'adulto è di tipo qualitativo. L'uomo non eredita solo delle caratteristiche specifiche del suo sistema nervoso, ma anche una disposizione che gli permette di superare questi limiti.
Piaget ha scoperto che la conoscenza del bambino si basa sull'interazione pratica del soggetto con l'oggetto.

EVOLUZIONE DEL PENSIERO
  • 3 anni pensiero analogico: Ha un'impostazione di tipo prevalentemente digitale.
  • 6 anni operativo concreto: Caratterizzato dalle vere strutture intellettuali.
  • 10 anni astratto (logico/formale): Il pre-adolescente acquisisce la capacità del ragionamento astratto. Egli è in grado di comprendere il valore di certi oggetti, fenomeni, relatività dei giudizi e dei punti di vista.




EDWARD THORNDIKE

Edward (1874-1949) ha preso le distanze dal comportamentismo, proponendo un modello di apprendimento per tentativi ed errori.
I suoi esperimenti venivano svolti su gatti e cani, collocati nelle puzzle boxes, dove i gatti dopo una serie di tentativi ottengono il cibo.
ESPERIMENTO
  • Il gatto per raggiungere il cibo deve uscire dalla gabbia schiacciando un pedale
  • Con il proseguire delle prove il gatto imparerà ad uscire dalla gabbia più rapidamente.
Thorndike attribuisce maggior importanza ai fattori ereditari rispetto all'influenza dell'ambiente riguardo alle capacità intellettuali.

giovedì 23 marzo 2017

COME PERCEPIAMO IL MONDO

Il cervello e la mente sono la sede dei processi cognitivi, nessuno di tali processi sarebbe però possibile senza le sensazioni. Quando uno dei nostri organi di senso (vista, udito, tatto, olfatto, gusto) è colpito da uno stimolo fisico, si genera una sensazione. Le varie aree vengono unificate nel processo della percezione.





Gli stimoli esterni ci colpiscono continuamente, ma non possiamo reagire a tutti, qui è fondamentale il ruolo dell'attenzione ovvero una sorta di filtro che seleziona gli stimoli a cui rispondere. L'attenzione può agire sia in modo consapevole che inconsapevole.


MAPPE COGNITIVE E APPRENDIMENTO LATENTE DI TOLMAN

Lo psicologo statunitense Edward Tolman ha rivisto le tesi di Watson e Skinner accogliendo influenze dalla Gestalt e dalla psicoanalisi. Tolman rifiuta il semplice schema S/R e afferma che tra lo stimolo e la risposta agiscono nella nostra mente le variabili intermedie. Tolman valorizza quindi il ruolo della soggettività e della mente, e i concetti di coscienza. Egli ha svolto nei cosiddetti labirinti di apprendimento dove alcuni ratti, non in cerca di cibo erano liberi di esplorare l'ambiente. Nel momento in cui è stato collocato il cibo in un punto del labirinto, i ratti, sulla base dell'apprendimento precedente l'hanno trovato facilmente.
Attraverso le esplorazioni costruiamo le mappe cognitive ossia rappresentazioni mentali dello spazio attraversato, è questo che Tolman ha chiamato apprendimento latente una raccolta di informazioni utili in futuro.


sabato 18 marzo 2017

IL CONDIZIONAMENTO OPERANTE DI SKINNER

ESPERIMENTO E APPRENDIMENTO PER RINFORZO

Lo psicologo statunitense Skinner ha ripreso e organizzato in modo più complesso le teorie di Watson e Pavlov per riuscire a capire come si acquisiscono nuove capacità.







Skinner si è occupato soprattutto dei comportamenti operanti, con esperimenti basati su ratti e piccioni. Egli elaborò la Skinner box. All'interno di una gabbietta un ratto o un piccione abbassano casualmente una levetta e ottengono il cibo. L'animale sarà così condizionato a premere di nuovo la levetta per poter mangiare: in questo caso, l'operazione non sarà più casuale, bensì consapevole. Questa forma di apprendimento viene chiamata "apprendimento per rinforzo" infatti il comportamento giusto riceve un rinforzo positivo (il cibo) il comportamento sbagliato viene punito con un rinforzo negativo ovvero la mancata somministrazione di cibo.


giovedì 16 marzo 2017

IL COMPORTAMENTISMO DI WATSON

John Watson (1878- 1958)
Dai suoi studi nacque il comportamentismo, una corrente di pensiero secondo la quale il comportamento è il frutto di un condizionamento dell'ambiente.
Watson oltre che sugli animali ha compiuto esperimenti di condizionamento eticamente discutibili anche su bambini.
Come ad esempio l'esperimento svolto su Albert nel 1920:
  • Albert (un anno di età) giocava con un topolino bianco quando Watson e la moglie Rosalie provocano un forte rumore.
  • Albert spaventato dal rumore, grida
  • Successivamente Albert grida alla sola vista del topolino bianco
  • In seguito Albert generalizza la risposta e si spaventa in presenza di altri animali con il pelo bianco, addirittura di oggetti lanosi e bianchi.
Questa specie di apprendimento è considerato un processo automatico, che si sviluppa senza consapevolezza da parte del soggetto: le risposte sono comportamenti meccanici, frutto dell'abitudine, attivati da determinati stimoli.


L'ESPERIMENTO DI PAVLOV E I RIFLESSI

I RIFLESSI INNATI


L'apprendimento è il mezzo con cui gli esseri umani imparano le proprie conoscenze e sviluppano le proprie capacità. I riflessi innati sono risposte fisiologiche, non apprese, a uno stimolo.

L'ESPERIMENTO DI PAVLOV E I RIFLESSI CONDIZIONATI
Ivan Pavlov nacque nel 1849 e morì nel 1936, era un fisiologo ed etologo rappresentante della riflessologia russa.




Famoso per il suo esperimento sulla salivazione del cane:
  • Inizialmente aziona un campanello e non rileva nessuna secrezione salivare del cane.
  • Successivamente fornisce al cane una porzione di carne, e secondo una risposta naturale il cane inizia a salivare.
  • Pavlov associa somministrazione di cibo e suono del campanello: ogni volta che il cane riceve il cibo il campanello viene azionato.
  • Da quel momento il cane saliva al solo suono del campanello, pur non ricevendo il cibo.
Il cane è stato condizionato a rispondere ad uno stimolo, questo tipo di risposta è un riflesso condizionato.
Gli studi di Pavlov hanno dimostrato che il cervello non solo controlla i comportamenti sociali ma anche quelli fisiologici.
La risposta condizionata scompare, se per un certo numero di volte al suono non è associata la porzione di cibo. (non saliva più al solo suono)
Il cane ha quindi acquisito un comportamento nuovo, perché si limita ad associare una risposta fisiologica a uno stimolo diverso da quello naturale.